Piazza Petigax, 1 - Courmayeur

domenica 31 marzo 2013

Cristo dice: 
«Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, 
e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti» 

Apocalisse 1,18

venerdì 29 marzo 2013

Libertà è avere Dio come Signore

   Avere Dio come Signore è la definizione biblica di libertà

 Ora ci viene chiesto di accettare in dono questa libertà 
che ci giunge dal Crocifisso e di sperimentarla come vera, 
seguendolo su questa terra.
La pace è fra noi se in noi e mediante la nostra persona si manifesta questa libertà



tratto da: Ernst Käsemann, La presenza di Cristo: la croce
in:
Ernst Käsemann – Hans Georg Geyer – Eduard Schweizer,
Cristo fra noi. La croce, La risurrezione, La chiesa,
Relazioni presentate al XIII Kirchentag
delle chiese evangeliche tedesche
(Hannover 1967),
Traduzione di Emmanuele Paschetto e Carlo Papini,
(Piccola collana moderna - 18),
Editrice Claudiana, Torino, 1967, pp. 38-39.


giovedì 28 marzo 2013

PREGHIERA PER CAPIRE E PER SPERARE


PREGHIERA DEGLI ASINI

Dacci , Signore, di mantenere i piedi sulla terra,
e le orecchie drizzate verso il cielo,
per non perdere nulla della tua Parola.

Dacci, Signore, una schiena coraggiosa,
per sopportare gli esseri umani più insopportabili.

Dacci, Signore, di camminare diritti, disprezzando
le carezze adulatorie così come le frustate.

Dacci, Signore, di essere sordi alle ingiurie,
all’ingratitudine, è la sola sordità cui aspiriamo..
Non ti chiediamo di evitare tutte le sciocchezze,
perché un asino farà sempre delle asinerie.

Dacci semplicemente, Signore, di non disperare mai
della tua misericordia così gratuita
per quegli asini così disgraziati che siamo,
come dicono quei poveri esseri umani,
i quali però non hanno capito nulla né degli asini
né di Te, che sei fuggito in Egitto con uno dei nostri
fratelli, e che hai fatto il tuo ingresso profetico a
Gerusalemme, sulla schiena di uno di noi.


                                                                   Autore anonimo
                                                                                            Da “A haute voix” di F.Taubmann e M.Wagner
                                                                      tratto da: Un Sent iero nella Foresta, p. 138,
                                                                         stampato ma non pubblicato
                                                          Raccolta e traduzione testi a cura di Renato Coïsson

mercoledì 27 marzo 2013

martedì 26 marzo 2013

Sia benedetto eternamente il nome di Dio 
perché a lui appartengono la saggezza e la forza 

Daniele 2,20 

giovedì 21 marzo 2013

Culto Evangelico a Courmayeur


COURMAYEUR

tempio valdese
Piazza Petigax, 1
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Sabato 23 marzo 2013
ore 11.15

predicazione a cura del pastore valdese Maurizio ABBÀ

sabato 9 marzo 2013


mercoledì 6 marzo 2013

Le Parole della Fede - Sacramento


Sacramento

Il termine sacramento non è biblico. Si tratta di un termine ecclesiale che serve a designare certi atti importanti della religione cristiana. Un sacramento è un segno visibile della grazia universale di Dio. Un segno che è stato istituito da Cristo e che da allora è stato praticato in generale nelle chiese.
Il protestantesimo conosce due sacramenti: il battesimo e la comunione.
Il “segno visibile” nel battesimo è l’acqua e per la comunione lo sono il pane e il vino.
In entrambi i casi si tratta di segni della grazia universale di Dio, grazia che è per tutti gli uomini e tutte le donne della terra, di ogni generazione.
I vangeli contengono racconti in cui Cristo ci propone di perpetuare questi segni.
Potrebbero esserci altri “sacramenti”. Per esempio, Cristo lava i piedi ai suoi discepoli durante l’ultima cena, in segno del suo servizio per ciascuno di noi. Potremmo celebrare un rito di reciproco lavaggio dei piedi, ma ciò non aggiungerebbe molto alla Comunione se comprendiamo questo rito come segno di ciò che Cristo ci dà (la sua vita) e come un impegno a mettere la nostra vita al servizio degli altri, in memoria di Cristo e grazie a lui. Anche il matrimonio potrebbe essere chiamato un “sacramento”, ma non lo chiamiamo così perché coloro che non sono sposati non potrebbero riceverlo e questo non ci sembra rendere bene l’aspetto universale della grazia di Dio in Cristo.

I sacramenti sono importanti. Ma è bene sottolineare che sono soltanto segni e che la realtà espressa è di gran lunga l’essenziale. Bisogna anche relativizzare l’importanza della forma visibile della religione. Dio non attende il sacramento per accordare la sua grazia. Egli accorda la sua grazia comunque, egli benedice comunque i suoi figli e figlie e la loro vita. Siamo noi ad avere bisogno di parole e gesti che rendano in qualche modo visibile, per mezzo della fede, la grazia invisibile.



tratto da: Voce Evangelica
www.voce-evangelica.ch