Piazza Petigax, 1 - Courmayeur

lunedì 24 dicembre 2012

QUANDO È NATALE ?





QUANDO È NATALE ?

È Natale ogni volta
che si asciuga una lacrima
negli occhi di un bambino.

È Natale ogni volta
che si depongono le armi
ogni volta che si firma un accordo.

È Natale ogni volta
che si interrompe una guerra
e si schiudono i pugni.

È Natale ogni volta
che si obbliga la miseria
ad andarsene via.

È Natale sulla terra
ogni giorno.

È Natale, fratello,
quando c’è l’amore.


                                          Anonimo

domenica 23 dicembre 2012

LA DOLCISSIMA PREDESTINAZIONE


DIALOGHI CON PAOLO RICCA



«Tenere viva nel cuore questa dolcissima predestinazione»



Sono stato battezzato nella Chiesa cattolica romana, ma da pochi mesi sono entrato a far parte, in modo ufficiale, della Chiesa evangelica valdese, di cui ho sempre condiviso in gran parte la dottrina teologica. Ultimamente, approfondendo quest’ultima, ho iniziato a nutrire una grande perplessità sul tema della doppia predestinazione. Domando: ha ancora senso parlare di questo argomento oppure lo possiamo considerare datato? Perché Dio, che è tutto Bene dovrebbe scegliere per alcuni esseri umani la salvezza (bene) e per altri la dannazione (male)? Se il genere umano è predestinato, allora siamo tutti come dei «burattini» nelle mani di Dio che è il nostro «burattinaio», e ciò rischia di portarci verso il disimpegno.
Massimiliano Bianchi – Pistoia


No, il tema non è datato, a meno di non considerare datato il tema di Dio. Ha dunque senso parlarne, anche se non è facile (Calvino dice che questo tema «sembra a molti alquanto ingarbugliato»). Ha senso parlarne perché – come ha giustamente intuito il nostro lettore – la dottrina della predestinazione ha a che fare molto da vicino con la realtà profonda di Dio, anzi ci conduce, come la dottrina della Trinità, nel cuore del suo mistero. Dice ancora Calvino: interrogarsi sulla predestinazione significa «entrare nel santuario della sapienza divina», ma per evitare che questo santuario si trasformi in «un labirinto», bisogna che la mente umana non pretenda a tutti i costi di scandagliare ogni segreto che Dio ha voluto riservare a sé soltanto. Calvino lo ricorda non per soffocare le domande, ma per avvertire che non a tutte le domande è possibile oggi dare una risposta ed è meglio una domanda senza risposta piuttosto che una domanda con una risposta sbagliata.

Ma veniamo alla domanda del nostro lettore: riguarda la «doppia predestinazione» sulla quale egli nutre «una grande perplessità». Anch’io la nutro. Mi chiedo però se partire dalla «doppia predestinazione» sia il modo migliore per avviare una riflessione sulla predestinazione. Propongo un itinerario un po’ diverso, articolato in tre tempi: che cos’è la predestinazione? Che cos’è la doppia predestinazione? Che cosa possiamo pensarne?

Un termine rischioso
1. Che cos’è la predestinazione? Il termine, benché biblico, può facilmente trarre in inganno in quanto suggerisce l’idea di un «destino» molto simile al Fato che ha dominato tanta parte del pensiero greco antico e al quale ogni esistenza umana era sottoposta, senza la possibilità di sfuggirgli o di modificarlo. Ne può nascere una concezione fatalista della storia e della vita, e da qui a pensare che, in balia di quel Fato, «siamo tutti come burattini» nelle mani di un «burattinaio» che sarebbe Dio – come teme il nostro lettore –, il passo è breve. Ecco: la prima cosa da fare per cercare di comprendere la dottrina delle predestinazione è, se possibile, liberarsi da questa visione, che ne è una caricatura. Forse la parola «predestinazione» non esprime adeguatamente il messaggio che contiene. Meglio sarebbe parlare di «elezione». La predestinazione infatti non è altro che l’elezione di cui parla l’apostolo Paolo quando dice che in Cristo Dio «ci ha eletti prima della fondazione del mondo» (Efesini 1, 4). È l’esperienza di Geremia, al quale Dio rivela: «Prima ch’io t’avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto» (Geremia 1,5). Ed è quello che dice l’apostolo Paolo: «Quelli che Dio ha preconosciuti, li ha pure predestinati» (Romani 8, 29). Predestinati a che cosa? «A essere conformi all’immagine del suo Figlio». Non dunque a essere dei burattini, ma a conformarci a Cristo, cioè a «camminare com’egli camminò» (I Giovanni 2, 6), a seguire il suo esempio facendo quello che ha fatto lui (Giovanni 13, 15), ad avere «lo stesso sentimento» che è stato in lui (Filippesi 2, 5), a custodire e osservare le sue parole. A tutto questo tende la predestinazione: non a trasformarci in automi o marionette, ma a farci crescere verso Cristo. Potremmo esprimerci in questi termini: predestinazione vuol dire che Gesù è il nostro destino. Ma appunto: questo «destino», che è Gesù, è «prima che Abramo fosse» (Giovanni 8, 58), è iscritto in Dio da sempre. Ecco il senso del pre-conosciuti e pre-destinati: Dio ci ha eletti, cioè ci ha pensati con amore, «prima della fondazione del mondo», cioè prima di creare il mondo e di creare noi. Un po’ come una madre ama il suo bambino prima ancora di concepirlo, così Dio ci ha amati non solo prima che noi amassimo (debolmente) lui, ma addirittura prima che noi esistessimo. Questo mi sembra un pensiero stupendo, che già riempiva di meraviglia l’autore del Salmo 139: «Nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che m’erano destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora. Oh, quanto mi son preziosi i tuoi pensieri, o Dio!» (vv. 16-17). Non siamo figli del caso né della necessità, ma di un pensiero di Dio. Siamo un pensiero di Dio. Come spiegarlo? Perché Dio ci pensa? Perché ci pensa con amore e ci elegge? Non c’è altra riposta che questa: perché Dio è così, lui che «sceglie le cose che non sono come se fossero, affinché nessuna carne si glori davanti a Dio» (I Corinzi 1, 28-29). La risposta, cioè, non sta in noi, ma in lui. È questa – per citare ancora Calvino – «l’altezza della sapienza di Dio, che egli ha voluto che fosse da noi adorata più che compresa».

La doppia predestinazione
2. Ma come la mettiamo con la doppia predestinazione? Secondo questa dottrina – come ricorda il nostro lettore – Dio destina gli uni a salvezza e vita eterna, usando verso loro misericordia, e gli altri a condanna ed eterna perdizione, usando verso questi il metro della giustizia? È una dottrina proponibile e difendibile? Dio è davvero questa specie di Giano bifronte, che con una mano salva e fa vivere e con l’altra condanna e fa morire? Non c’è forse qui una contraddizione insostenibile, tale da suggerire un pensiero assurdo, per non dire blasfemo, cioè che in Dio ci sarebbe anche il suo contrario, Dio e Antidio insieme, una miscela davvero troppo umana di amore e odio, luce e tenebre, vita e morte, salvezza e perdizione? Calvino, come altri teologi prima di lui (a esempio, gli «agostiniani moderni» Gregorio da Rimini e Ugolino da Orvieto) e altri dopo di lui (a esempio il «partito» vincente al Sinodo di Dordrecht del 1618-19), hanno sostenuto, malgrado tutte le difficoltà, la dottrina della doppia predestinazione, sia pure con notevoli variazioni che qui non possiamo illustrare, anche se ne varrebbe la pena. Che dire al riguardo ? Farò due sole considerazioni.

[a] La prima è che nella Bibbia c’è, in tutta una serie di passi, qualcosa che assomiglia a una doppia predestinazione, anche se non mi sembra si possa dire che nella Bibbia ci sia una dottrina in merito. Nella Bibbia la doppia predestinazione non viene teorizzata, ma semmai constatata. Alcuni testi biblici affermano o implicano la doppia predestinazione (o qualcosa del genere), altri testi la escludono. Farò un solo esempio. Da un lato la Bibbia afferma ripetutamente che la salvezza è per tutti («Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti» Romani 11, 32); d’altro lato ci sono parole di Gesù e di Paolo che dicono o sembrano dire il contrario: «Molti sono i chiamati e pochi gli eletti» (Matteo 22, 14); «Uno sarà preso e l’altro lasciato» (Matteo 24, 40); Dio «fa misericordia a chi vuole e indura chi vuole» (Romani 9, 18), come in antico indurò il cuore del Faraone. Dunque, la contraddizione c’è nella Bibbia stessa, è innegabile e – mi sembra – insuperabile.

[b] Può però essere superata se si segue il teologo Karl Barth che su questa questione ha scritto alcune delle sue pagine più alte, muovendo una critica radicale all’interpretazione tradizionale della dottrina della doppia predestinazione. Qual è il suo discorso? In sintesi è questo: la doppia predestinazione – il «sì» e il «no» di Dio sull’umanità: il «sì» sull’esistenza dell’umanità, il «no» sul suo peccato – esiste realmente, ma il «no» di Dio è stato inchiodato e cancellato da Cristo sulla croce. Dio stesso, attraverso Cristo, ha preso su di sé, portato e sopportato tutto il peso del suo «no», della condanna e della morte. Dopo la croce e nella luce della risurrezione, resta solo il «sì», solo la predestinazione alla salvezza e alla vita. In Cristo troviamo la nostra elezione (e, come ho detto, la nostra predestinazione), perché siamo eletti in lui, l’«eletto di Dio» (Luca 9, 35; 23, 35); e troviamo anche la cancellazione della nostra condanna, perché la nostra condanna l’ha portata lui. In Cristo la doppia predestinazione diventa un’unica predestinazione – quella alla salvezza e alla vita eterna. Che dire di questa interpretazione? Direi che essa corrisponde sicuramente al cuore del messaggio evangelico e come tale va accolta come linea di fondo di un discorso cristiano sull’argomento. Essa dissipa le ombre che la dottrina classica della doppia predestinazione poteva proiettare su Dio e libera le coscienze da ogni timore, ansia o turbamento. Ma anche qui è consigliabile non trasformare il messaggio in teorema e, ancora una volta, non rinchiudere Dio in un evangelo diventato sistema.

La posizione di Barth
3. Che dire in conclusione? Per quanto concerne la doppia predestinazione ci sono due possibilità: o sospendere il giudizio, accettare la contraddizione presente nella stessa Bibbia, senza pretendere di risolverla; oppure far propria la posizione di Barth nel senso sopra indicato – e personalmente propenderei per queste seconda ipotesi. Per quanto concerne invece la predestinazione (non quella doppia, ma quella semplice, e non tanto la dottrina, quanto il fatto), essa è biblica, cristiana ed evangelica e fa parte della nostra Confessione di fede. Per una volta la voglio citare (nell’italiano dell’epoca), dalla versione del 1662 (che riproduce sostanzialmente quella francese del 1655): «Noi crediamo che Iddio cava da quella corruttione e condannatione [del genere umano, di cui si parla nell’articolo precedente] le persone ch’egli ha elette dinanzi la fondatione del mondo, non perché egli prevedesse in loro alcuna buona dispositione alla fede o alla santità, ma per la sua misericordia in Jesu Cristo suo figliuolo…» (articolo 11). La predestinazione ha un grandissimo pregio, anzi due. Il primo è che àncora saldamente la vita, la fede, la salvezza in Dio, riconosciuto e confessato come alfa e omega, come principio e fine del nostro «destino». Questo mette nel cuore la certezza incrollabile del favore divino che non verrà mai meno, per cui la salvezza non è a rischio, per quanto avverse possano essere o diventare le circostanze della vita. Non dimentichiamo che la predestinazione è stata di immenso conforto per i protestanti perseguitati in Francia e altrove: il «sì» di Dio li ha per così dire corazzati contro il «no» di Roma e dei suoi alleati che cercavano di distruggerli. Il secondo pregio è che la predestinazione fonda quello che è stato chiamato «il trionfo della grazia», in quanto l’elezione in Dio precede assolutamente ogni merito dell’uomo, ogni sua eventuale «buona disposizione alla fede o alla santità». Potremmo dire che la predestinazione è il corollario del primato della grazia gratuita e incondizionata, cara alla Riforma, o addirittura il suo coronamento. Ecco perché Calvino – ancora lui – scrive che questa dottrina «non è soltanto utile, ma anche dolce e saporita per i frutti che reca». Gli fece eco, nel Cinquecento, il bestseller del protestantesimo italiano, Il beneficio di Cristo, contro cui si accanì per decenni l’Inquisizione romana, che a un certo punto parla della «consolazione ineffabile» che suscita nel credente «la memoria della sua predestinazione», il che lo induce a ripensare «continuamente nel suo cuore questa dolcissima predestinazione» (Benedetto da Mantova e Marcantonio Flaminio, Il beneficio di Cristo, a cura di Salvatore Caponetto, Claudiana 1975, p. 99).


Tratto dalla rubrica "Dialoghi con Paolo Ricca
del settimanale Riforma del 21 settembre 2007

venerdì 21 dicembre 2012

Culto Evangelico a Courmayeur


COURMAYEUR

tempio valdese
Piazza Petigax, 1
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Sabato 22 dicembre 2012
ore 11.15
ingresso libero 

predicazione a cura del pastore valdese Maurizio ABBÀ

martedì 18 dicembre 2012

Protestantesimo su RaiDue


lunedì 17 dicembre 2012

Leggere la Bibbia: per un rinnovato ascolto delle Scritture








Come leggiamo la Bibbia? Come potremmo leggerla diversamente?
Per un ascolto rinnovato delle Scritture
Per un lettore dal "cuore capace di ascoltare"

In queste pagine sulla lettura della Bibbia, Lidia Maggi e Angelo Reginato mettono a tema proprio l'atto del leggere, interrogandosi su come leggiamo e su come potremmo farlo diversamente.
Se, come dice Lévinas, nessuno upò infatti rifiutare i lumi dello storico, questi non sono tuttavia sufficienti a mettere in gioco i lettori, i loro cuori ascoltanti e pensanti, per far risuonare nel loro oggi la Parola.
Gli Autori, in uno slancio forse eccessivo di modestia, lo chiamano "un libricino". È vero che il libro è piccolo di dimensioni, ma non è piccolo di valore. Spesso le cose piccole sono le più preziose: la perla, ad esempio, è piccola ma preziosa. Così lo è questo "libricino", che meritava di essere scritto e merita di essere letto.
Paolo Ricca

Il libro
Lidia Maggi, Angelo Reginato
Dire, fare, baciare... Il lettore e la Bibbia
Premessa di Paolo Ricca
Claudiana Editrice,
pp. 129
Spiritualità, 4
f.to cm 12 x 20

tratto da:


sabato 15 dicembre 2012

venerdì 14 dicembre 2012

D come DIACONIA




diaconia



Il termine "diaconia" indica il servizio reso a coloro che ne hanno bisogno, quale segno dell'amore gratuito di Dio nei confronti degli uomini e delle donne. L'impegno sociale e diaconale è parte, insieme alla predicazione, della vita della chiesa: una chiesa cristiana non può sottrarsi alla sfida che costituisce il banco di prova della sua vocazione.
"Tutto ciò che trovi da fare, fallo con tutte le tue forze". Questo versetto biblico, tratto dal libro dell’Ecclesiaste (9.10), richiama sinteticamente la mission della diaconia valdese: la pressione sulle cose da fare, che non esistono in sé, ma devono essere trovate, viste, notate, prese in carico; il servizio non si traduce così in un semplice adempimento di compiti e prescrizioni, ma impegna gli occhi per vedere e le orecchie per ascoltare, ponendo attenzione alle persone nella loro concretezza. Si richiama nel contempo anche l’impegno totale, senza risparmio e senza sconti; un richiamo alla vocazione, alla chiamata dei servi ("diaconi") a servire con diligenza anche quando il padrone non vede, ad una deontologia del servizio che traguarda il risultato del lavoro soffermandosi compiutamente anche sui mezzi utilizzati.




venerdì 30 novembre 2012

domenica 25 novembre 2012

Culti Evangelici in Valle d'Aosta - Dicembre 2012


COURMAYEUR
tempio valdese
Piazza Petigax, 1
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Sabato 22 dicembre 2012
ore 11.15
ingresso libero 

predicazione a cura di Maurizio ABBÀ





AOSTA
tempio valdese
Via Croix de Ville, 11.
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Domenica 
ore 10.30
ingresso libero

Dicembre 2012



Domenica  2 dicembre  predicazione a cura di    Paolo RICCA    I nell'AVVENTO

Domenica  9 dicembre  predicazione a cura di    Paolo RIBET  II nell'AVVENTO

Domenica 16 dicembre  predicazione a cura di   Leo Sandro Di TOMMASO III nell'AVVENTO *
Cena del SIGNORE 

Domenica  23 dicembre  predicazione a cura di   Maurizio ABBÀ      IV nell'AVVENTO

martedì  25 dicembre  predicazione a cura di     Maurizio ABBÀ      NATALE  *
Cena del SIGNORE


Domenica  30 dicembre  predicazione a cura di    Maurizio ABBÀ





Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria del Signore è spuntata sopra di te!
(Isaia 60,1)

sabato 24 novembre 2012

Culto Evangelico a Courmayeur

Sabato 24 novembre 2012
Culto Evangelico a Courmayeur
ore 11.15
al tempio valdese in Piazza Petigax, 1
continua il ciclo di predicazioni su Il Padre Nostro
il Signore è il mio pastore
Salmo 23,1

predicazione a cura del pastore valdese Maurizio Abbà

- Il prossimo Culto di Adorazione e Lode sarà Sabato 22 dicembre 2012

sabato 10 novembre 2012

TESSERE PAZIENTE E SOLIDALE


Marilena TERZUOLO
SCULTURE DI TESSUTO
Percorsi tra arte, artigianato e spiritualità

Con interventi di

Paolo De Benedetti
Luigi Ghia
Daniela Grassi

2011, Editrice Impressioni Grafiche
Acqui Terme (AL)

Ha contribuito alla pubblicazione
l'Associazione "Tessitura e oltre"

Testi elaborati o scelti da Marilena Terzuolo
Immagini di Francesca Giaccone, Mario Franco, Fosco Muraro
Progetto a cura di Vittorio Rapetti



tratto dalla IV di copertina:
Sarebbe improprio definire "arazzi"
le opere tessili di Marilena Terzuolo:
i suoi tessuti infatti posseggono una fisicità
che li fa immediatamente tridimensionali,
non soltanto per la tecnica usata,
ma per la capacità dell'artista
di dare corpo alla sua ispirazione.
Dall'antica base della tela si alzano
profumi di terra e di mare, di legni e di gesti,
luci potenti e assolute di soli e di montagne.

IN QUESTO VOLUME sono raccolti alcuni dei numerosi lavori
al telaio creati da Marilena Terzuolo, accompagnati da testi,
organizzati in una sorta di percorso esistenziale:
così l'autrice - in opere e in parole - ci apre alla ricerca di Dio,
              costantemente rinvia alla Parola,
insieme alla gioia e al dramma della vita umana,
rinnovandoci la testimonianza di uomini e donne,
che di tale ricerca hanno fatto il motivo di fondo della vita stessa.
Un percorso che si sviluppa tra fili, nodi e telai:
l'abilità delle mani che intrecciano e tessono
non solo ci conduce sulle tracce di un'arte antica e affascinante
- che l'autrice impiega in modo originale - ,
ma ci rimanda alla trama delle nostre relazioni e ci sollecita
ad una apertura al mondo e alla solidarietà tra le persone e i popoli.


www.impressionigrafiche.it

tessituraeoltre.blogspot.it

www.dodiciceste.org

venerdì 9 novembre 2012

AL TELAIO DELLA GIOIA


A  TUTTE  LE  TESSITRICI  DEL  MONDO
Dio è seduta e piange,
la meravigliosa tappezzeria della creazione
che aveva tessuto con tanta gioia è mutilata,
è strappata a brandelli, ridotta in cenci;
la sua bellezza è saccheggiata dalla violenza.

Dio è seduta e piange.
Ma, guardate, raccoglie i brandelli,
per ricominciare a tessere.
Raccoglie i brandelli delle nostre tristezze,
le pene, le lacrime, le frustrazioni
causate dalla crudeltà, dalla violenza,
dall'ignoranza, dagli stupri, dagli assassinii.

Raccoglie i brandelli di un duro lavoro,
degli sforzi coraggiosi, delle iniziative di pace,
delle proteste contro l'ingiustizia.
Tutte queste realtà che sembrano piccole e deboli,
le parole, le azioni offerte in sacrificio,
nella speranza, la fede, l'amore.

Guardate!
Tutto ritesse con il filo d'oro della gioia.
Dà vita ad un nuovo arazzo,
una creazione ancora più ricca, ancora più bella
di quanto fosse l'antica!

Dio è seduta, tesse con pazienza, con perseveranza
e con il sorriso che sprigiona come un arcobaleno
sul volto bagnato delle lacrime.
E ci invita a non offrirle soltanto i cenci
ed i brandelli delle nostre nostre sofferenze
e del nostro lavoro.

Ci domanda molto di più;
di restarle accanto davanti al telaio della gioia,
ed a tessere con lei l'arazzo della nuova creazione.

M. Riensiru - CEC.          

(citazione tratta da: Comitato Italiano per la CEVAA, Comunità di Chiese in Missione,
raccolta e traduzione testi: Renato Coïsson,
Spalanca la finestra, raccolta di testi di fede,
Stampato ma non pubblicato, Trieste, 2000, p.116).




giovedì 8 novembre 2012

importante ausilio didattico per lo studio dello Spagnolo


Rossend Arqués, Adriana Padoan
Dizionario spagnolo-italiano italiano-español

oltre 190 000 voci, oltre 275 000 accezioni, oltre 360 000 traducenti

Contiene:
- DVD-Rom e versione scaricabile
per Windows e Mac
installabile su disco rigido
- licenza annuale per
la consultazione online


Il Grande Dizionario di Spagnolo condivide i principi ispiratori e le caratteristiche dei grandi dizionari
Zanichelli e ne continua la tradizione. Frutto del lavoro pluriennale di un numeroso gruppo di esperti 
lessicografi di entrambe le lingue si contraddistingue per la ricchezza e la qualità del suo contenuto. 
Rivolto all'uso moderno della lingua, registra il lessico contemporaneo, i termini più frequenti del gergo 
giovanile, della politica, della scienza, della tecnologia, della medicina, dell'informatica, senza trascurare 
gli arcaismi utili per la comprensione dei testi letterari.

   L'opera, pensata per l'apprendimento oltre che per la traduzione professionale, contiene dettagliate 
informazioni grammaticali che risolvono quelle ambiguità che possono sorgere dal confronto di due lingue
solo apparentemente tanto simili. Grazie alla loro struttura, le voci aiutano non solo a tradurre e capire ma
anche a scrivere in spagnolo. Le note di civiltà forniscono una visione complessiva della lingua anche dal 
punto di vista culturale. 
   Il Grande dizionario di Spagnolo
uno strumento che non ha pari in Italia per approfondimento e aggiornamento,
indispensabile per chi studia e per chi lavora. 

tratto dalla IV di copertina

mercoledì 31 ottobre 2012

31 OTTOBRE - FESTA DELLA RIFORMA

31 ottobre 1517
una storia che continua... la Riforma Protestante
per l'avventura della Fede dono del Signore nostro Dio

Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù
(I Corinzi 3,11)

Il Signore come un aquila che desta la sua nidiata, svolazza sopra i suoi piccini, 
spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne
(Deuteronomio 32,11)

giovedì 25 ottobre 2012

mercoledì 24 ottobre 2012

Protestantesimo


lunedì 22 ottobre 2012

Culto Evangelico

COURMAYEUR
Piazza Petigax, 1.
Sabato 27 ottobre 2012
ore 11.15 
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
predicazione del pastore Maurizio ABBÀ


ingresso libero

mercoledì 10 ottobre 2012

Protestantesimo su RaiDue


venerdì 5 ottobre 2012

Gruppo Teatro Angrogna: Scuola di Libertà








GRUPPO TEATRO ANGROGNA - G.T.A.


1972-2012 QUARANT'ANNI 





DEL TEATRO ANGROGNA



  • Sabato 6 ottobre 2012, dalle ore 14.30 alle ore 24: Teatro del Forte in Torre Pellice:
    • GTA FEST
    • con danze occitane, canti e monologhi, video e L'ALTRASTORIA
Per informazioni telefonate al 0121 953026       
oppure scrivete un e-mail a:  teatroangrogna@yahoo.it


Facoltà Valdese di Teologia di Roma


LA FACOLTA' RIAPRE I CORSI
Nell'Aula Magna di via Pietro Cossa 42 a Roma la Facoltà valdese di teologia inaugura sabato 6 ottobre il suo CLVIII anno di attività. La prolusione sarà tenuta dalla dott.ssa Gabriella Caramore su “La profezia nel mondo contemporaneo”. Nel corso della cerimonia di inaugurazione verrà conseguita la laurea honris causa alla dott.sa Caramore con la Laudatio del prof. Paolo Ricca. Il culto di apertura sarà tenuto nella chiesa valdese di piazza Cavour dal dr. Roberto Bottazzi domenica 7 ottobre alle ore 10,45.


lunedì 1 ottobre 2012

Chiesa Valdese - Culti Evangelici ottobre 2012

COURMAYEUR
tempio valdese
Piazza Petigax, 1
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
mese di ottobre 2012
Sabato 27 ottobre 2012
ore 11.15
ingresso libero e gradito

predicazione a cura di Maurizio ABBÀ


AOSTA
tempio valdese
Via Croix de Ville, 11.
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Domenica 
ore 10.30
ingresso libero e gradito

Domenica  7 ottobre  predicazione a cura di   Alida CHIAVENUTO

Domenica 14 ottobre  predicazione a cura di  Maurizio ABBÀ         Assemblea di Chiesa

Domenica 21 ottobre  predicazione a cura di  Maurizio ABBÀ         Cena del SIGNORE
Ringraziamento per il Raccolto, per la Terra, per l'Acqua


Domenica 28 ottobre  predicazione a cura di  Maurizio ABBÀ         Domenica della Riforma
(nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 
torna in vigore l'ora solare: lancette dell'orologio indietro di un'ora)



Il Signore è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca
(Lamentazioni 3,25)



per informazioni: mabba@chiesavaldese.org

domenica 30 settembre 2012

L'Unità del Protestantesimo



APPUNTI DEL MODERATORE
 
CATTOLICITA' PROTESTANTE
di Eugenio Bernardini
All’assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa (un centinaio di delegati di 106 chiese luterane, riformate, metodiste e unite di una trentina di paesi europei) che si è tenuta a Firenze dal 20 al 26 settembre con il motto "Liberi per il futuro", incontro Laurent Schlumberger, presidente del Consiglio nazionale della Chiesa riformata di Francia. Le nostre chiese si conoscono da tempo immemorabile e la lingua francese, per le chiese valdesi del Piemonte, è stata per secoli la lingua che li ha aperti all’Europa. 
Lui ne approfitta per chiedermi un aggiornamento sulla situazione delle nostre chiese, e in particolare sul programma "essere chiesa insieme". Io ne approfitto per esprimergli ammirazione per la velocità e il coraggio che hanno avuto nel realizzare in pochi anni (2007-2013) il cammino di unificazione con la Chiesa evangelica luterana di Francia. Nascerà così la Chiesa protestante unita di Francia che riunirà ben oltre un milione di credenti.


Si tratta di uno dei frutti dell’Accordo di Leuenberg (una cittadina svizzera), del 1973, in cui si è stabilita la piena comunione tra riformati e luterani – a cui poi si sono aggiunti anche i metodisti e altre denominazioni europee – e che ha portato alla costituzione dell’organismo ecumenico che si è riunito a Firenze.

Dopo Belgio e Olanda, ora anche in Francia ci sarà un’esperienza importante di unità organica tra grandi chiese della tradizione protestante. In altri paesi, quell’accordo di comunione del 1973 ha stimolato collaborazioni fruttuose e fiducia reciproca crescenti, dimostrando che si può essere diversi senza essere divisi. È quella che chiamiamo "cattolicità protestante".


26 settembre 2012