Piazza Petigax, 1 - Courmayeur

sabato 18 maggio 2013




QUELLE LETTERE DELLA FEDE

di Giuseppe Platone



«Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Romani 8,26)


Protestanti non si nasce, si diventa. Ma come? Scrivendo una lettera al Consiglio di chiesa (Concistoro) in cui ci si mette in gioco. Raccontando la propria conversione a Cristo e chiedendo di entrare a far parte, responsabilmente, della comunità di fede. A questa richiesta scritta, se accolta dal Consiglio di chiesa, fa seguito la confessione pubblica  della propria fede durante il culto. È un'antica prassi. Ci son passato anch'io nel lontano 1963. Quando sostenni, con altri ragazzi e ragazze, il colloquio/esame davanti al Concistoro a cui seguì la confessione di fede che, nel caso specifico, fu la confermazione del battesimo ricevuto in tenera età. In tanti anni di pastorato ho letto, mediamente, ogni anno, almeno una decina di queste lettere. Se potessimo pubblicare tutte le lettere che i Consigli delle nostre chiese hanno ricevuto da parte di persone che richiedono di entrare a far parte della comunità (dopo un congruo periodo di formazione), otterremmo un interessante spaccato di spiritualità protestante italiana.


Il giorno in cui formuli questa tua richiesta, motivandola, spiegandola, è un momento importante della vita. Nasce da un vis-à-vis con Dio. Ho letto lettere telegrafiche, altre lunghe, anche di 5/6 cartelle, dove ognuno parla a modo suo. Perché ogni persona si porta dentro la propria irripetibile storia. Non è facile raccontarsi per ciò che concerne la ricerca di fede, né è facile decidere di appartenere a una chiesa. Che non è una porta girevole. Per scrivere questa lettera ci vuole un po' d'ispirazione. Lo Spirito che suscita, nel cuore della società, la chiesa può essere la fonte d'ispirazione. Lo Spirito infatti chiama alla fede in Cristo e attende la nostra risposta. Certo a 16 anni la letterina che scrissi al Concistoro era poco più di un balbettio. Oggi scriverei un altro tipo di lettera. Anche perché noi continuiamo a cambiare, siamo ogni anno diversi, ma lo Spirito non cambia. Ieri come oggi continua a sostenerci nella nostra debolezza. La scelta che abbiamo maturato il giorno in cui abbiamo scritto la nostra lettera alla chiesa locale rimane lì a documentare una tappa significativa di un percorso che continua. Guardando indietro possiamo capire se quella lettera al Concistoro fu veramente ispirata dall'alto o se era solo una pura formalità. Gli archivi ecclesiastici racchiudono tante buone intenzioni: se ispirate dall'alto diventano realtà, altrimenti restano prigioniere della propria debolezza.



tratto da: www.chiesavaldese.org

venerdì 17 maggio 2013

Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto 
Salmo 34,18

giovedì 9 maggio 2013


mercoledì 8 maggio 2013

Non agite con leggerezza, 
ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore 
Efesini 5,17