Piazza Petigax, 1 - Courmayeur

giovedì 24 gennaio 2013

In ricordo di Valdo Benecchi pastore metodista

Ma io spererò sempre,
e a tutte le tue lodi ne aggiungerò altre.
La mia bocca racconterà ogni giorno
la tua giustizia e le tue liberazioni,
perché sono innumerevoli.

                               Salmo 71,14-15

Valdo BENECCHI (1935-2013)
pastore metodista,
è stato presidente 
dell'Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia
Pastore, predicatore, divulgatore della Parola Evangelica
figura insigne del metodismo italiano contemporaneo

tra le sue pubblicazioni si segnala, per i tipi dell'Editrice Claudiana,
www.claudiana.it








lunedì 14 gennaio 2013

COMUNICARE L'EVANGELO


CREDERE È COMUNICARE

di Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese

Squilla il telefono. È il direttore del nostro settimanale Riforma
"Per i vent’anni del giornale – mi dice – sto chiedendo una breve riflessione ai direttori che si sono succeduti. Tu sei il secondo, vuoi scrivere qualcosa?". Ci penso, vado a leggere che cosa ha scritto il primo direttore nel numero che mi è appena giunto nell’edizione on-line. Rifletto sulle mie attuali responsabilità di moderatore della Tavola valdese e della visione che ho, da questo particolare osservatorio, delle problematiche delle nostre chiese e della loro responsabilità missionaria.


E mi viene subito in mente che, come chiese di minoranza in un paese di tradizione cattolica e tendenzialmente conservatore, abbiamo sempre avvertito la necessità di comunicare: per divulgare la buona notizia della grazia di Dio in Gesù Cristo, per conservare ma anche crescere nella nostra identità, per rimanere aperti all’Europa e al mondo in un Paese che ci ha sempre voluto rinchiudere: nell’eresia, nelle galere o nell’esilio, nel ghetto, nell’indifferenza, insomma nel silenzio. Abbiamo lottato per il diritto alla parola, abbiamo investito del nostro per stampare e divulgare prima la Bibbia e poi anche libri e giornali, per istruire e educare chi non aveva accesso all’istruzione e all’educazione. La parola rende liberi – abbiamo sempre affermato – la parola di Dio prima di tutto, ma anche quella degli esseri umani.


Hanno avuto successo i nostri progetti di comunicazione? Apparentemente no. Fatichiamo ovunque. Soffre soprattutto la comunicazione tradizionale, quella della carta stampata, quella della comunicazione ecclesiastica (salvo belle eccezioni), quella rivolta ai grandi mezzi di comunicazione perché ci diano qualche spazio di presenza. Ma non tutto è negativo. Per esempio, la nostra comunicazione appare più efficace quando è affidata ai mezzi radiotelevisivi e informatici, oppure al passaparola da persona a persona che fa sapere che se cerchi una "casa" accogliente e senza pregiudizi, attenta ai diritti di tutti, in cui si parla di Dio con una spiritualità sobria che parla al tuo cuore e alla tua intelligenza, quella "casa" la puoi trovare nelle nostre chiese. Anche le campagne informative dell’otto per mille hanno una forte conseguenza comunicativa rispetto a ciò che siamo e proponiamo, almeno a livello di pochi e semplici messaggi simbolici.

Dunque non perdiamoci d’animo, insistiamo, abbiamo da comunicare proprio buone notizie: "se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato" (Romani 10,9).

Eugenio Bernardini



14 gennaio 2013
 

sabato 12 gennaio 2013