Intervista a Massimo Aquilante
L'Assemblea dei protestanti europei a
Firenze
a cura di
Gaëlle Courtens
Roma (NEV), 12
settembre 2012 - La VII Assemblea della Comunione di chiese protestanti in
Europa (CCPE) che si terrà a Firenze dal 20 al 26 settembre con il motto
"Liberi per il futuro", riunirà nel capoluogo toscano 250 persone tra
delegati, osservatori e staff provenienti da una trentina di paesi e
appartenenti a 106 chiese riformate, luterane, unite e metodiste. Il fatto
stesso che quest'assise del protestantesimo storico europeo si svolga in
Italia, dovrebbe permettere alle chiese italiane che vi aderiscono di
guadagnare in visibilità nel panorama religioso nostrano: questo almeno
l'augurio delle chiese luterana, metodista e valdese in Italia,
co-organizzatori dell'evento. L'arrivo a Firenze dei rappresentanti della
"Concordia di Leuenberg" (vedi scheda in questo numero) come una
preziosa occasione, dunque, per far conoscere meglio le chiese della Riforma in
Italia? Ne abbiamo parlato con il pastore metodista Massimo Aquilante,
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che ha
tracciato un quadro assai realistico del rapporto tra mondo dei media e chiese
protestanti in Italia.
Presidente,
in quanto rappresentante di un organismo italiano composto da chiese cristiane
di minoranza, conosce bene le difficoltà che incontrano gli evangelici in
Italia quando si tratta di partecipare a livello mediatico al dibattito
pubblico. Quali sono i temi grazie ai quali le chiese protestanti italiane
ottengono accoglienza nei media nazionali?
La risposta che
viene spontanea è questa: nessuno! Non esistono argomenti specifici che, per
loro natura, possano indurre i media a rivolgersi anche agli evangelici per
ascoltare le loro posizioni e dare loro voce. Questa osservazione di fatto,
forse troppo asciutta ma sicuramente triste e preoccupante, spinge ad almeno
due considerazioni.
La prima
considerazione riguarda la posizione di privilegio di cui gode la chiesa di
maggioranza, la chiesa cattolica romana. Se è vero che, da un lato, le analisi
sociologiche dimostrano chiaramente che anche l'Italia è ormai un paese
pluralista dal punto di vista religioso, e che la chiesa cattolica conosce
anch'essa da anni la parabola discendente di frequenza e di senso di
appartenenza, è altrettanto vero, dall'altro lato, che la chiesa cattolica –
per ragioni storiche – rimane tutt'oggi una formidabile "agenzia
culturale". Essa continua ad esercitare una straordinaria influenza nel processo
di formazione delle coscienze e di determinazione delle scelte comportamentali.
Su questo terreno, di conseguenza, si verifica il connubio, o l'intreccio, tra
le istanze della chiesa di maggioranza e il potere politico, il quale, per
parte sua, guarda alla prima come alla "istanza" che meglio
rappresenta l'"italianità" e che quindi merita un trattamento anche
mediatico non paragonabile a quello riservato alle altre chiese o comunità di
fede o realtà religiose.
E
la seconda considerazione?
La seconda deriva
direttamente dalla prima, ed è questa: proprio a causa dell'influenza culturale
del cattolicesimo in Italia non si è mai affermato un modo "laico" di
rapportarsi al dibattito teologico, o religioso in generale. E questo fatto
implica una scarsa, se non nulla attenzione al "linguaggio"
teologico, o alle argomentazioni che derivano da un patrimonio di fede. I media
italiani non hanno una sensibilità culturale al confronto delle posizioni
teologiche quando si tratta di affrontare questioni quali, per esempio, la vita
e la morte, il creato, il ruolo formativo delle religioni; per non parlare
delle questioni attinenti al rapporto fede/politica, la laicità dello Stato, la
costruzione dello "spazio pubblico", ecc. E' chiaro che chiese di
minoranze, come quelle evangeliche, che hanno proprio nel confronto teologico
uno dei loro pilastri fondativi, vengono penalizzate fortemente.
Insomma,
non c'è scampo, in Italia il protestantesimo non fa notizia?
Nella sensibilità
culturale media degli addetti ai lavori, il protestantesimo come prodotto
storico-spirituale raramente incontra interesse; non "fa notizia" ciò
che per esempio dicono e fanno le grandi chiese protestanti del centro e nord
Europa o del nord America; e viene del tutto taciuto il ruolo che le chiese
protestanti ricoprono oggi in Africa, in Asia, in certi paesi dell'America
latina. Si aggiunga che l'attuale stasi del "cammino ecumenico"
sembra avvalorare questa tesi di insignificanza del protestantesimo.
Ma c'è da dire anche
che negli anni gli evangelici italiani non hanno curato con la dovuta
continuità il tema della loro presenza nella società e del loro contributo al
rinnovamento del Paese. Possiamo dire che essi hanno alternato fasi di grande
slancio di impegno politico, sociale, culturale, a fasi di ripiegamento su
tematiche interne. E, ovviamente, questo andamento altalenante non ha reso un
buon servizio all'azione di pubblico riconoscimento, anche informativo e
mediatico, delle nostre chiese.
Qual
è, in questo quadro, il ruolo specifico della FCEI?
La FCEI ha come
propria vocazione costitutiva proprio la cura della testimonianza unitaria
delle chiese federate nella società, e quindi anche nei mezzi di comunicazione.
A fronte di una situazione così complessa e difficile qual è quella che ho potuto
appena tratteggiare, accade però che la rubrica radiofonica Culto Radio in onda
su RAI Radiouno, e la rubrica televisiva Protestantesimo di Raidue, facciano
registrare buoni indici di ascolto. Un dato che ci fa piacere e ci incoraggia a
proseguire. Ma anche ci conferma nella nostra analisi, che cioè la
marginalizzazione del protestantesimo nei media è piuttosto un fatto politico.
E' per questa ragione che, negli anni più recenti, la FCEI si è molto impegnata
in una azione di verifica proprio con i parlamentari, che hanno poi la
responsabilità ultima della decisione politica e della produzione delle leggi
che riguardano la maturità democratica del Paese. In questo quadro, l'evento
dell'Assemblea della CCPE a Firenze è di rilevanza assoluta, sia dal punto di
vista dell'informazione, sia da quello della sensibilizzazione.
Per informazioni:
Agenzia NEV - Notizie Evangeliche
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
tel. 06/48.25.120
fax 06/48.28.728
e-mail: Agenzia Stampa NEV
tratto da: www.fedevangelica.it