Sacramento
Il termine
sacramento non è biblico. Si tratta di un termine ecclesiale che serve a
designare certi atti importanti della religione cristiana. Un sacramento è un
segno visibile della grazia universale di Dio. Un segno che è stato istituito
da Cristo e che da allora è stato praticato in generale nelle chiese.
Il protestantesimo
conosce due sacramenti: il battesimo e la comunione.
Il “segno visibile”
nel battesimo è l’acqua e per la comunione lo sono il pane e il vino.
In entrambi i casi
si tratta di segni della grazia universale di Dio, grazia che è per tutti gli uomini
e tutte le donne della terra, di ogni generazione.
I vangeli
contengono racconti in cui Cristo ci propone di perpetuare questi segni.
Potrebbero esserci
altri “sacramenti”. Per esempio, Cristo lava i piedi ai suoi discepoli durante
l’ultima cena, in segno del suo servizio per ciascuno di noi. Potremmo
celebrare un rito di reciproco lavaggio dei piedi, ma ciò non aggiungerebbe
molto alla Comunione se comprendiamo questo rito come segno di ciò che Cristo
ci dà (la sua vita) e come un impegno a mettere la nostra vita al servizio
degli altri, in memoria di Cristo e grazie a lui. Anche il matrimonio potrebbe
essere chiamato un “sacramento”, ma non lo chiamiamo così perché coloro che non
sono sposati non potrebbero riceverlo e questo non ci sembra rendere bene
l’aspetto universale della grazia di Dio in Cristo.
I sacramenti sono
importanti. Ma è bene sottolineare che sono soltanto segni e che la realtà
espressa è di gran lunga l’essenziale. Bisogna anche relativizzare l’importanza
della forma visibile della religione. Dio non attende il sacramento per
accordare la sua grazia. Egli accorda la sua grazia comunque, egli benedice
comunque i suoi figli e figlie e la loro vita. Siamo noi ad avere bisogno di
parole e gesti che rendano in qualche modo visibile, per mezzo della fede, la
grazia invisibile.
tratto da: Voce Evangelica
www.voce-evangelica.ch