Cristo dice:
«Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli,
e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti»
Apocalisse 1,18
Piazza Petigax, 1 - Courmayeur
venerdì 29 marzo 2013
Libertà è avere Dio come Signore
Avere Dio come Signore è la definizione biblica di libertà
Ora ci viene chiesto di accettare in dono questa libertà
che ci giunge dal Crocifisso e di sperimentarla come vera,
seguendolo su questa terra.
La pace è fra noi se in noi e mediante la nostra persona si manifesta questa libertà
Avere Dio come Signore è la definizione biblica di libertà
Ora ci viene chiesto di accettare in dono questa libertà
che ci giunge dal Crocifisso e di sperimentarla come vera,
seguendolo su questa terra.
La pace è fra noi se in noi e mediante la nostra persona si manifesta questa libertà
tratto
da: Ernst Käsemann, La presenza di Cristo: la croce,
in:
Ernst Käsemann – Hans Georg Geyer – Eduard Schweizer,
Cristo fra noi. La
croce,
La risurrezione,
La chiesa,
Relazioni presentate al XIII Kirchentag
delle
chiese evangeliche tedesche
(Hannover
1967),
Traduzione di Emmanuele Paschetto e Carlo Papini,
(Piccola collana moderna - 18),
Editrice
Claudiana, Torino, 1967, pp. 38-39.
giovedì 28 marzo 2013
PREGHIERA PER CAPIRE E PER SPERARE
PREGHIERA DEGLI ASINI
Dacci , Signore, di mantenere i piedi sulla terra,
e le orecchie drizzate verso il cielo,
per non perdere nulla della tua Parola.
Dacci, Signore, una schiena coraggiosa,
per sopportare gli esseri umani più insopportabili.
Dacci, Signore, di camminare diritti, disprezzando
le carezze adulatorie così come le frustate.
Dacci, Signore, di essere sordi alle ingiurie,
all’ingratitudine, è la sola sordità cui aspiriamo..
Non ti chiediamo di evitare tutte le sciocchezze,
perché un asino farà sempre delle asinerie.
Dacci semplicemente, Signore, di non disperare mai
della tua misericordia così gratuita
per quegli asini così disgraziati che siamo,
come dicono quei poveri esseri umani,
i quali però non hanno capito nulla né degli asini
né di Te, che sei fuggito in Egitto con uno dei nostri
fratelli, e che hai fatto il tuo ingresso profetico a
Gerusalemme, sulla schiena di uno di noi.
Autore anonimo
Da “A haute voix” di F.Taubmann e M.Wagner
tratto da: Un Sent iero nella Foresta, p. 138,
stampato ma non pubblicato
Raccolta e traduzione testi a cura di Renato Coïsson
mercoledì 27 marzo 2013
martedì 26 marzo 2013
giovedì 21 marzo 2013
Culto Evangelico a Courmayeur
COURMAYEUR
tempio valdese
Piazza Petigax, 1
Culto Evangelico di Adorazione e Lode
Sabato 23 marzo 2013
ore 11.15
predicazione a cura del pastore valdese Maurizio ABBÀ
sabato 9 marzo 2013
mercoledì 6 marzo 2013
Le Parole della Fede - Sacramento
Sacramento
Il termine
sacramento non è biblico. Si tratta di un termine ecclesiale che serve a
designare certi atti importanti della religione cristiana. Un sacramento è un
segno visibile della grazia universale di Dio. Un segno che è stato istituito
da Cristo e che da allora è stato praticato in generale nelle chiese.
Il protestantesimo
conosce due sacramenti: il battesimo e la comunione.
Il “segno visibile”
nel battesimo è l’acqua e per la comunione lo sono il pane e il vino.
In entrambi i casi
si tratta di segni della grazia universale di Dio, grazia che è per tutti gli uomini
e tutte le donne della terra, di ogni generazione.
I vangeli
contengono racconti in cui Cristo ci propone di perpetuare questi segni.
Potrebbero esserci
altri “sacramenti”. Per esempio, Cristo lava i piedi ai suoi discepoli durante
l’ultima cena, in segno del suo servizio per ciascuno di noi. Potremmo
celebrare un rito di reciproco lavaggio dei piedi, ma ciò non aggiungerebbe
molto alla Comunione se comprendiamo questo rito come segno di ciò che Cristo
ci dà (la sua vita) e come un impegno a mettere la nostra vita al servizio
degli altri, in memoria di Cristo e grazie a lui. Anche il matrimonio potrebbe
essere chiamato un “sacramento”, ma non lo chiamiamo così perché coloro che non
sono sposati non potrebbero riceverlo e questo non ci sembra rendere bene
l’aspetto universale della grazia di Dio in Cristo.
I sacramenti sono
importanti. Ma è bene sottolineare che sono soltanto segni e che la realtà
espressa è di gran lunga l’essenziale. Bisogna anche relativizzare l’importanza
della forma visibile della religione. Dio non attende il sacramento per
accordare la sua grazia. Egli accorda la sua grazia comunque, egli benedice
comunque i suoi figli e figlie e la loro vita. Siamo noi ad avere bisogno di
parole e gesti che rendano in qualche modo visibile, per mezzo della fede, la
grazia invisibile.
tratto da: Voce Evangelica
www.voce-evangelica.ch
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